Cortometraggi „Freestyle“ – cosa si cela dietro le riprese allo Snowpark Alta Badia

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20.01.2014, 14:40
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Pensate a un paesaggio completamente bianco, ricoperto da uno spesso strato di neve, dove s’intravede il profilo di un salto che assomiglia a una rampa di lancio. L’unica macchia colorata della scena è un freeskier o snowboarder che si sottrae in modo sorprendente alla forza di gravità e che, dopo aver eseguito in aria alcune rotazioni sul suo asse, atterra nuovamente in piedi e prosegue come se nulla fosse accaduto. Da tempo scene come queste si sono fatte largo nei mass media e cercando su YouTube video di sci o snowboard i risultati non presentano clip delle discese di coppa del mondo ma gli ultimissimi video freestyle. Ma come vengono realizzati esattamente questi corti? Siamo andati in Alto Adige a dare un’occhiata dietro le quinte del primo video e photo shooting allo Snowpark Alta Badia.

Un rider ci passa accanto sfrecciando a tutta velocità, si sentono i sui vestiti sventolare. Lo segue da vicino una seconda figura con una cinepresa in mano. Mentre il primo, spericolato, si lancia sui kicker e i jib che si parano sulla sua strada, il suo inseguitore li evita accuratamente: tutta la sua attenzione è concentrata sul soggetto che sta filmando e il suo unico interesse è riuscire ad ottenere una video sequenza perfetta!

Nel frattempo, non lontano, vediamo ancora qualcuno nella neve che aspetta… di nuovo… perché il suo mestiere non è quello di catturare immagini in movimento, sebbene tutto intorno a lui tutto si muova. Il suo compito è di aspettare l’istante giusto e congelarlo. Scattare esattamente quando tutto è perfetto. E allora che anche lui, il fotografo, ha raggiunto il suo obiettivo: catturare un’immagine eccellente.

Qualche giorno prima, di buon mattino… Cinque shaper ancora un po’ insonnoliti guardano la scintillante neve fresca e si preparano a giornate faticose: un metro di neve fresca quando mancano tre giorni a film e photo shooting. Ciò significa che bisogna rimboccarsi le maniche e mettere mano alle pale – o possiamo scordarci lo scatto perfetto!

Non è solo per la shapecrew di QParks che la neve fresca significa dover riorganizzare tutto, ma anche per Carlo Canins, il responsabile delle piste e dello snowpark, il cui compito è assicurarsi che i cannoni spara neve funzionino a dovere e siano collocati dove sono necessari, e che la capacità dei cannoni stessi sia sufficiente a preparare tutto al meglio. E lui da volentieri una mano ai ragazzi della crew quando manca così poco tempo alle riprese, perché: “Un comprensorio sciistico senza snowpark è come un buon hotel senza la sauna – e oggi tutto funziona su Facebook e i siti internet. Maggiore visibilità ha lo snowpark, più noi siamo conosciuti. I ragazzi se lo guardano e sono contenti di avere qui queste possibilità.”

E adesso? Adesso ci siamo! Un gruppo di motivati snowboarder e freeskier provenienti da Austria, Svezia e naturalmente Italia, ha preso la seggiovia a San Cassiano ed è arrivato allo snowpark. Nessuno di loro sa nulla delle insicurezze della vigilia e tutti iniziano di buonumore la giornata: “Personalmente ho avuto delle vacanze piuttosto stressanti e solo ieri sono rientrata dalla Svezia a Innsbruck, dove vivo. Stamattina presto, quando è suonata la sveglia, mi sono detta “Tu sei fuori! Perché fai ste’ robe oggi” cioè svegliarsi all’alba, prendere la macchina e andare fino ad Alta Badia. Ma adesso che sono qui tutto è perfetto! Un tempo così bello e le Dolomiti tutt’intorno, tanta neve fresca… adesso sono proprio contenta di essere qui”, ci racconta sorridendo la svedese Charlotte Freyburger. La accompagna l’austriaca Daniela Kaindl, una che anche dopo tante ore di shooting non si tira mai indietro alla proposta di fare ancora una run: “Perché il parco mi piace davvero tanto!” dice prima di ripartire per un altro giro.

L’operatore Balint Hambalko e il fotografo Patrick Steiner infondono pace e calma. Solo a una seconda e più precisa occhiata ci si accorge che in realtà entrambi sono un po’ tesi e che si sforzano di non perdere troppo tempo. Alla fine della seggiovia la luce del sole è perfetta e diventa l’occasione ideale per il primo scatto di gruppo – facce felici, amici che s’incontrano per divertirsi insieme a girare – sensazioni che devono emergere poi anche nel video. “Abbiamo il compito di presentare il parco e la maggior quantità di ostacoli che sono già presenti. La cosa migliore è riprendere delle run complete in sequenza, dove si veda che elementi ci sono, la distanza fra gli ostacoli o quale velocità sia necessaria per eseguire un salto. Quindi riprendo una sequenza per i singoli jump, rail e box in modo da offrire una prospettiva diversa e naturalmente alcune inquadrature della crew dove presento i rider”, ci spiega il 31enne cameraman, entusiasta del suo lavoro. “Ci sono molti video sul tema snowboard in questo momento e produrre qualcosa di nuovo e di interessante non è affatto semplice. La sera prima dello shooting mi preparo sempre un copione mentale, penso a tutto quello che si potrebbe provare, a quello che si potrebbe fare diversamente. Qui per esempio c’è il bosco dove si possono realizzare delle belle sequenze con gli alberi come sfondo,” continua poi rivelandoci parte del suo piano.

Mentre Balint filma le corse dei freeskier, il fotografo Patrick Steiner ha preso da parte le ragazze sulle tavole e si dedica in modo sistematico a fotografare i diversi rail. “Che cosa fai?” chiede in ginocchio nella neve alla snowboarder Klara Dinold. “Provo un frontside lipslide 270!” risponde lei prima di concentrarsi brevemente e partire. Non è solo l’obiettivo di Patrick a seguire la carinziana ma anche gli sguardi degli altri rider che partecipano allo shooting e che a loro volta si preparano ad eseguire i loro trick. Nonostante la scena sia attorniata da spettatori il silenzio regna sovrano e Klara conclude senza problemi il suo numero sul tubo, sgancia lo snowboard e marcia di nuovo in cima per provare il prossimo trick. E Patrick? Nel frattempo è già intento a fotografare la rider successiva.

Le immagini in movimento richiedono anche un maggior dinamismo da parte dell’operatore ma questo non spaventa per nulla Balint Hambalko. Mentre Patrick segue le snowboarder accovacciato nella neve, Balint è al lavoro con il gruppo di freeskier che allo Snowpark Alta Badia è praticamente di casa. Jan Clemens Wieser, Alex Costamoling e Fabio Crazzolara conoscono le diverse linee del parco come le loro tasche e prendono spesso parte agli shooting. “Qualche foto in più non fa mai male, così poi le mando ad APO che mi fornisce l’equipaggiamento,” ci risponde Jan Clemens quando gli domandiamo perché prende parte a queste session. Mentre risaliamo con la seggiovia passa poi a lodare lo Snowpark Alta Badia: “Quest’anno dobbiamo davvero complimentarci con gli shaper perché questo è stato uno dei primi parchi ad aver aperto. Ad Alta Badia possiamo già eseguire trick che da altre parti solo si sognano, semplicemente perché manca un park all’altezza. Per questo qui arrivano rider da Alleghe, Falcade e anche da più lontano, come da Trento.” Nel frattempo dà un’occhiata al setup e pensa a quale sarà il prossimo trick che eseguirà. Una volta arrivati all’inizio del parco Jan Clemens discute brevemente con l’operatore su quale linea scenderà spiegandogli per ogni ostacolo che affronterà quale trick proverà a realizzare. Infatti “la comunicazione è la cosa più importante quando si gira un video di questo tipo. Se il rider fa una rotazione a destra e l’operatore si mette in una posizione sbagliata, va a finire che lo riprende da dietro”. Balin scende accanto a lui e maneggia con sapienza la cinepresa. Non sembra disturbarlo il fatto di trovarsi su uno snowboard mentre aggiusta l’altezza della videocamera che tiene in mano all’altezza degli elementi su cui Jan Clemens sta girando. “Se conosci la tua videocamera e il tuo obiettivo, è ovvio che sai anche come devi tenerla. Quando riprendi un jump la camera va tenuta all’altezza del petto, mentre per filmare jib su rail e box la giro e riprendo la scena dal basso,” ci spiega l’operatore. In questo modo Balint riesce a inquadrare perfettamente la run e a riprendere Jan Clemens mentre esegue un pretzel 270 out sul down tube, un 360 tail grab e un 360 underflip sui kicker in un unico giro del parco.

Nel corso di questa giornata né Balint né Patrick possono godersi un attimo di respiro, perché entrambi vogliono sfruttare ogni minuto si sole per realizzare al meglio le foto e il video. Tutti i rider però si concedono una piccola pausa per riprendere fiato e fanno una scappata al Rifugio Ciampai che si trova proprio sotto lo snowpark. Qui si rilassano al sole e abbracciano con lo sguardo tutto il parco per non perdersi proprio nulla di quel che succede.

Dopo tutto il racconto non vi è venuta forse voglia di vedere il risultato finale dello shooting? Sul sito www.snowpark-altabadia.org trovate i video su sci e tavola così come la galleria fotografica freeski e snowboard dove passare in rassegna il materiale che abbiamo raccolto durante la giornata di riprese allo Snowpark Alta Badia. Buona visione!